Passa ai contenuti principali

Espressioni italiane volgari! Io ve le insegno, voi non le imparate!



MODI DI DIRE DEL CAZZO

Una parolaccia è sempre una parolaccia, ma ci sono parolacce che usate in alcune espressioni perdono il loro senso più volgare per diventare parte di modi di dire dal colore (più o meno) neutrale.
 Sapere cosa significano queste espressioni, non significa doverle usare; ma riconoscere la loro frequenza nella lingua parlata è un atto di “onestà” linguistica! 
Vi stupireste a sapere quante persone usano questi modi di dire……..e nessuna categoria si salva.

Flash sul mondo ... di tutto, di più: Il bene si fa. ma non si dice

Cazzo è una parola della lingua italiana, di registro colloquiale basso, che indica, in senso proprio, l’organo sessuale maschile, il pene.
Non è però da intendersi come un semplice sinonimo del termine anatomico, ma rappresenta molto spesso una forma espressiva popolare che non può essere resa con il termine anatomico corretto (provate nei seguenti modi di dire a sostituire la parola pene o uno dei suoi sinonimi e capirete che la cosa, proprio non va!).
È un termine usato nella lingua parlata in moltissime espressioni e ha spesso la funzione linguistica di “rafforzativo del pensiero”. Sono moltissime le espressioni colloquiali, i modi di dire, in cui questa parola si ritrova.
Questo termine si collega, nella lingua italiana moderna, ad una numerosa serie di derivati, molti dei quali hanno un tono di volgarità minore, tanto da essere usati, o quantomeno tollerati, da molte persone, seppur solo in conversazioni informali.
La maggior parte delle locuzioni di uso comune che utilizzano questo termine ha una valenza negativa, tanto se si tratta di persone quanto di situazioni; ben poche sono le locuzioni, dove invece il termine acquista un senso positivo.

Accezioni ed espressioni negative (persone):

che faccia di cazzo!:può riferirsi ad una persona sfacciata (come “faccia di bronzo”) o ad una persona antipatica a pelle di primo acchito.
 “Mi ha rubato la promozione e ora mi viene a dire che gli dispiace, è proprio una faccia di cazzo!”

testa di cazzo (ma anche cazzone): persona stupida, ignorante o stolta, priva di raziocinio, totalmente refrattaria a qualsiasi tentativo di migliorarla o farla ragionare (può essere riferito anche ad una donna); è talvolta enfatizzato con un aggettivo rafforzativo, p.es. è un'emerita testa di cazzo.
“Gli ho spiegato mille volte che con un motore diesel non può fare il pieno di benzina, ma è una testa di cazzo, non capirà mai!”

cazzone: persona stupida, non intelligente o incompetente, che risulta però anche boriosa e vorrebbe far credere agli altri di essere sapiente e importante

cazzaro, cazzarone, cazzataro: persona che dice cazzate (cavolate, cose senza senso, non vere) anche detto sparacazzate

fancazzista: colui che non fa un cazzo, ossia un lavativo o un perdigiorno, chi è solito perdere tempo o fare poco o nulla (e si dedica quindi al fancazzismo)

cazzonaro: persona particolarmente svogliata e demotivata

cacacazzo o cagacazzo o cacacazzi: persona che dà fastidio o crea problemi, che rompe le scatole, che disturba quando non dovrebbe
“Ma è possibile che tua madre debba chiamare sempre la domenica alle sette di mattina? È proprio una cacacazzi!”

rompicazzo: sinonimo di "cacacazzo"



Zitto - Home | FacebookAccezioni ed espressioni negative (situazioni):

e che cazzo!: esclamazione di una persona in collera e spazientita

incazzarsi: arrabbiarsi, perdere il controllo di sé, da cui incazzato ed il sostantivo incazzatura.

scazziarsi: in napoletano significa "litigare verbalmente" o "venire alle mani"

cazziare: sgridare, rimproverare (da cui il sostantivo cazziata o cazziatone, che indica una furiosa sgridata o un pesante rimprovero)

rompere il cazzo: sinonimo più volgare di "rompere le scatole" (Mi hai rotto il cazzo = mi hai veramente scocciato); in senso passivo significa invece "mi sono stufato, seccato, annoiato"

cacare / cagare il cazzo (sinonimo di "rompere il cazzo"): dare fastidio in maniera insopportabile a qualcuno (vedi più sopra "cacacazzo")

stare sul cazzo: essere antipatico o inviso, dare fastidio non sopportare

levarsi dal cazzo: detto a chi "sta sul cazzo", a chi dà fastidio; invito a farsi da parte, a scomparire, a togliersi dai piedi

scazzarsi (riflessivo) o scazzare (intransitivo): indicano una situazione di tedi, fastidio, indisponenza, poca voglia di affrontare un problema o continuare un lavoro (da cui sentirsi scazzato ed il relativo stato d'animo, lo scazzo)

non saperne un cazzo, non capirci un cazzo, non valer un cazzo, non vedere un cazzo, non me ne frega un cazzo: in tali locuzioni (e molte altre simili, costruite sempre con l'avverbio di negazione + un verbo) il termine viene utilizzato come sinonimo di "nulla", "niente"

cazzata: un'affermazione oppure un’azione qualsiasi che sia stupida, sciocca, o priva di senso ("dice / spara / fa cazzate"); oppure un’azione decisamente sconsiderata, pericolosa, dannosa ("Ha fatto veramente una grande cazzata!"). Nelle versioni edulcorate il termine viene talora reso con cassata

cazzi amari, cazzi acidi: queste espressioni - sinonimiche fra loro - indicano gravi problemi previsti in futuro, o conseguenze nefaste. In dialetto romanesco l'espressione e mo so' cazzi indica appunto l'arrivo di problemi, di situazioni o di conseguenze spiacevoli e corrisponde all'italiano adesso sono guai.
“Mio padre ha scoperto tutto! Adesso sono cazzi acidi per tutti!”

del cazzo: di nessun valore, importanza o interesse: "questo è proprio un romanzo del cazzo" "siamo giunti in un paese del cazzo"; oppure da niente, stupido, assurdo: "ha un atteggiamento del cazzo", "è un divertimento del cazzo"; oppure spiacevole, pessimo, bruttissimo: "è una situazione del cazzo" "è stata una giornata del cazzo"; in locuzioni esclamative esprime forte disappunto o irritazione: "spegni quella radio del cazzo!"

alla / a cazzo di cane: si dice di azione o attività eseguita malamente, a casaccio, con imperizia, maldestramente, in modo sconclusionato, senza criterio

col cazzo che…: espressione di risoluto diniego, con valore rafforzativo in sostituzione di una negazione ("Col cazzo che vengo al ristorante, c’è il calcio questa sera!"), col senso di "neanche per idea; non se ne parla proprio; non pensarlo neppure; figùrati se".

Accezioni ed espressioni neutre:

sbattersene il cazzo: infischiarsene, fregarsene

cazzo!: espressione di meraviglia e di sorpresa, sia riguardo avvenimenti positivi che negativi.
“Cazzo che bella macchina che ti sei comprato!”

alla faccia del cazzo!: esclamazione di stupore, di sorpresa, sinonimo di "càspita", "perbacco", "non l'avrei mai detto", o semplicemente di "alla faccia!"

cazzarola: viene usato come un intercalare e all'interno di una frase serve da rafforzativo del concetto da esprimere; oppure è un intercalare che indica stupore, meraviglia
“Cazzarola, ma sai che pensavo che tu fossi più giovane!”

grazie al cazzo: espressione di risposta ad un'affermazione ovvia e di nessuna utilità. Ingentilito talora con il detto "Grazia, Graziella e grazie al cazzo"

che cazzo dici / fai / vuoi? non voglio un cazzo: "cosa" - cosa vuoi? - mentre nella risposta il termine significa "nulla / niente" - non voglio niente)
“Hei tu, cosa guardi? Che cazzo vuoi!?”

sono cazzi miei / tuoi; fatti i cazzi tuoi: in tale locuzione il termine è sinonimo di "fatti", "affari", "problemi".
“Mia suocera non si fa mai i cazzi suoi!”

‘sto cazzo!?: espressione romanesca con accezione esclamativa di ammirazione; ovvero di scetticismo e negazione

'sti cazzi: espressione romanesca che si è andata diffondendo nel resto d'Italia col significato di "non me ne importa nulla / non mi riguarda", riferita a cosa e/o affermazione di scarsa importanza. Viene anche spesso usata per mostrare stupore o ammirazione (simile a "perbacco"), similarmente al romano sto cazzo. È sempre più in uso anche nel senso di "col cazzo che...": "Quando lo cerco non c’è mai!'Sti cazzi se lo aiuto!" (Figurati se lo aiuto! Non se ne parla proprio che lo aiuto!)

Accezioni ed espressioni positive:

cazzeggiare: "trascorrere il tempo trastullandosi nell'ozio, lavorando il meno possibile o facendo innocue cazzate", il cui fine è la semplice occupazione del proprio tempo libero

cazzuto: persona abile e capace, coraggiosa o impavida; detto anche di persona robusta, virile, forte; oppure giovane particolarmente dotato
“Quello è un tipo cazzuto, non me lo farei nemico!”



Lei non ha interesse per me...
Insomma non ne vuole un cazzo!
Il mio parlare la lascia perplessa...
Dice che faccio discorsi del cazzo!
Non mi darà mai il suo amore...
Col cazzo che me la da!
Lei è' una persona riservata...
Si fa i cazzi suoi (e mai il mio)
Quale operazione sta eseguendo?
Oh ma che cazzo fai?
In quale luogo si sta recando?
Aoh! Ma dove cazzo vai?!!
Fallo nerchia minchia fava organo randello
membro pene mazza canna verga e uccello
sventra-papere spaventa-passere
siamo peggio di cicciolina
l'abbiamo in bocca da sera a mattina

sai sono ancora vergine

Mi riesce difficile crederlo...
Eh si sto cazzo!
Non l'avrei davvero mai detto...
Alla faccia del cazzo!
La risposta era scontata...
E allora grazie al cazzo!

Sonostupito accidenti per Bacco...
Oh cazzo! Oh cazzo! Oh cazzo!
Fallo nerchia minchia fava organo randello
membro pene mazza canna verga e uccello
sventra-papere spaventa-passere
siamo peggio di cicciolina
l'abbiamo in bocca da sera a mattina

La sua antipatia mi induce a vedere la sua scatola cranica di forma fallica
Ah testa di cazzo!

Il lavoro svolto male...
È fatto alla cazzo di cane!
La faccenda si è complicata...
Allora sono cazzi amari!
Potrebbe smettere di disturbarmi...
Vattene cagacazzo!
La pazienza mi ha frantumato...
Ingessami il cazzo che me l'hai rotto!
Fallo nerchia minchia fava organo randello
membro pene mazza canna verga e uccello
sventra-papere spaventa-passere
siamo peggio di cicciolina
l'abbiamo in bocca da sera a mattina

Commenti

I nostri post più amati

LA CONIUGAZIONE DEL VERBO ESSERE - TABELLA COMPLETA

LE TAVOLE DEI VERBI LA CONIUGAZIONE DEL VERBO ESSERE

I CONNETTIVI TESTUALI NELLA LINGUA ITALIANA

  I connettivi in linguistica sono quelle espressioni che servono per unire , legare, le parti logiche di un discorso, di una frase. Sono cioè delle forme invariabili (congiunzioni, locuzioni, ecc.), che funzionano da ponte per unire in modo logico i diversi contenuti di un testo. Sono uscita prima questa mattina, eppure , non ho fatto in tempo!                                                 Connettivo La funzione di connettivo può essere svolta da parole di diversa natura grammaticale ossia: Preposizioni:   Ho pensato di invitarti a pranzo domani. Congiunzioni come ma, però, ciononostante, perciò, finché, che, dunque, perché, se, malgrado che, affinché , ecc. : Non ho studiato perché stavo molto male. Avverbi e le locuzioni avverbiali come così, allora, successivamente, cioè, inoltre ecc.: Penso quindi sono. Verbi :  Abbiamo cantato, ballato, mangiato e chiacchierato insieme, riassumendo ci siamo divertiti molto! Alcune espressioni come da u

AVERE SIGNIFICATO E CONIUGAZIONE - TABELLA COMPLETA

Il verbo avere ha diversi utilizzi, impariamo a distinguerne alcuni e a ricordarci della H . La H in italiano è una lettera muta che in alcune forme del verbo avere assume una grande importanza. Il primo significato del verbo avere è quello di POSSEDERE in riferimento a beni materiali (ho una bicicletta), doti morali, qualità, titoli o anche a qualità fisiche e priscologiche (ho le gambe corte, ho tanto coraggio). Io ho una casa al mare. Maria ha un cane. Giorgio ha tre nipoti. Il verbo avere può venire utilizzato col significato di SENTIRE, AVERE LA SENSAZIONE DI: Oggi ho molto freddo. Luisa ha mal di pancia. Gli studenti hanno sete. Il professore ha sonno. Il verbo avere, così come il verbo essere viene anche utilizzato come AUSILIARE ossia come aiuto agli altri verbi (ausilio=aiuto) per formare i tempi composti. I eri ho avuto la febbre. Uscirai di casa quando avrai fatto i compiti. Se tu avessi studiato meglio, avresti passato l'esame. Il verbo avere se seguito dalla prep

Boom-Auch-Crash-Grr-Boing

ONOMATOPEA  È una figura retorica. L’onomatopea è un'espressione o parola che riproduce direttamente un rumore o un suono naturale, rievocandola acusticamente.  Il suono evoca il rumore dello strumento che lo produce. L’onomatopea viene molto usata in letteratura e in fumettistica, si tratta di un segno grafico che non ha alcun significato se non viene associato al suono o rumore di cui è l’imitazione (crash=il suono di un bicchiere che si rompe; sob-sob= quello di un uomo che piange). Sono parole onomatopeiche ad esempio: sciacquio, gorgoglìo, tuffo, sciabordio, boato, scoppio, clangore, fragore ,fruscio, sussurro, lampo, ticchettio, tintinnio. Esempi conosciuti da tutti sono i versi degli animali: Il cane fa bau-bau Il gatto fa miao-miao Il pulcino fa pio-pio L’uccellino fa cip-cip Se volete vedere come vengono scritti onomatopeicamente i versi degli animali nelle maggiori lingue, allora fate CLICK Un altro campo in cui le onomatopee sono usatissi

Il vocabolario dell'estate italiana

L’estate è quel momento in cui fa troppo caldo per fare quelle cose per cui faceva troppo freddo d’inverno. (Mark Twain) Un’ estate italiana!   Parole e frasi legate all’estate in italiano. Evviva è arrivata l’estate, la mia stagione preferita. Oggi vi presento alcune parole e alcune frasi essenziali per vivere un’estate italiana. Abbronzarsi – Prendere il sole Il sole italiano al mare , in montagna, in campagna ma anche in città è forte. Quando il sole è forte è caldo in italiano si dice che “ batte ”…” Il sole batte oggi !” potrete sentire persino frasi come “ Oggi il sole picchia forte !” ma non vi preoccupate, non vi farà un occhio nero! Per proteggervi usate la crema solare scegliendo il giusto “ fattore di protezione”, altrimenti rischierete di ustionarvi (bruciarvi – scottarvi ).  Fare il bagno – Nuotare L’ acqua d’estate è meravigliosa per rinfrescarsi e divertirsi, si può fare il bagno , sguazzare ma anche allenarsi e nuotare (ossia fare attivit

Esclamazioni e Interiezioni

GRAMMATICHIAMO LE ESCLAMAZIONI O INTERIEZIONI Sono suoni, parole, o gruppi di parole che esprimono sentimenti e sensazioni improvvisi (meraviglia, allegria, dolore, rabbia, sorpresa ecc.). Si tratta di una componente invariabile il cui valore si comprende dal tono della voce e la mimica di chi parla. L’interiezione è seguita dal punto esclamativo, che può però essere collocato anche alla fine della frase. Se l'interiezione o esclamazione è composta da una sola vocale oppure da una consonante, la lettera h va posta dopo la vocale o la consonante (ad esempio, uh!). Se invece è formata da due vocali, la lettera h va collocata in mezzo (ad esempio, ohi!). Alcune interiezioni come ad esempio ahimè, ohibò, ohimè richiedono l'accento grave (cioè quello che scende dall'alto verso il basso). In alcuni casi si trovano anche nomi, aggettivi, verbi e avverbi che assumono la funzione di interiezione o esclamazione: nomi: ad esempio, coraggio! animo! acc